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Nel suo percorso diacronico, l'arte della Colombo ha reso sempre più tenue l'incidenza disegnativa sino ad immergersi in un ductus a macchia e, di recente, come testimonia l'opera che ho analizzato (è d'arcobaleno il giorno), il cromatismo diventa più fluido e libero. Si ha l'impressione, osservando i suoi quadri, che voglia dipingere non soggetti, ma atmosfere. L'immagine, dunque, si erge a simbolo e l'opera rappresenta visioni dell'anima, lasciando massima libertà d'agire nella campitura e riflettendo un sicuro temperamento espressivo, caldo, coinvolgente e meditativo.
La figurazione e contrassgnata dalla cromaticità dei sentimenti, ma anche della dimensione idilliaca della natura. I paesaggi, difatti, raramente vengono contaminati da incursioni di aree erbane o dalla presenza stessa dell'uomo che agisce. La presenza di quest'ultimo è sempre di scorcio, velato, per non violare i colori della natura che, indubbiamente diviene metafora di situazioni umorali, di momenti esistenziali, di desideri. Il quadro è il momento della traslazione estetica dell'interiorità. Carla Colombo costruisce delle trame formali che si librano per scioltezza, dosa sapientemente i timbri, i contrasti, le tonalità
A ciò si aggiunge una solida compostezza delle raffigurazioni, che calibrano bene il centro e le diagonali di
rappresentazione.
prof. GIuseppe Manitta
(dicembre 2013)