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Poesie-recensioni
Una ricercata e raffinata messa in scena di forme geometriche in uno scenario di ampio respiro fatto di cromatici colori puliti, è l’arte a cui ci ha abituati e ci sta abituando Maurizio Ribellino; artista autodidatta di origini siciliane che ama non solo la sua terra ed i suoi affetti, ma ama tanto anche l’arte da ritenerla parte assolutamente indispensabile della sua vita, arte da condividere e da proporre in tutte le sue sfaccettature. Ribellino crea ed esprime libertà di movimento alle sue figure geometriche nello spazio della tela che è sempre troppo limitativo, poiché si intravede la sua voglia di farle vibrare, di farle esplodere, di farle volare in liberi sfondi come cieli limpidi di vari colori, mai dominanti, ma sempre “accompagnatori” dei suoi soggetti astratti. L’unione della forme geometriche e la fantasia dell’utilizzo che indubbiamente Ribellino possiede, miste alla sensibilità d’artista ma soprattutto di uomo, rende le sue opere carezzevoli, lisci, senza screpolatura ed il fruitore ne resta contagiato. Vorrebbe posare la mano in una dolce carezza, in un tocco gentile …ed allora ecco che le figure inerti esplodono e diventano esseri in movimento continuo, come in un cerchio di vita senza tempo. Sovrapposizioni dunque di figure come caldi abbracci, accostamenti di angoli come fossero coppie che passeggiano mano nella mano, circonferenze sferiche che sembrano biglie colorate di un remoto gioco infantile …tutto questo con precisione metodica ed oserei dire “quasi maniacale” , tanto che l’artista definisce questo suo momento di rappresentazione “stato di apnea”. Non a caso, durante l’approccio con la tela, si trova a votle costretto a fermare la musica che di solito l’accompagna, perché il silenzio diventa praticamente indispensabile per poter esprimere al meglio il suo stato appunto di “apnea”.
La catarsi tra lui e la sua opera è palpabile, tangibile, tanto che sembra che tutto si ammorbidisca nei contorni fino a diventare quasi un ritmo, una danza, una poesia… con un filo conducibile a ciò che l’artista vuole trasmettere e rendere interpretabile. Gioca col colore in un modus operandi di ritmica tra toni acuti e lievi.
L’arte diviene movimento, incontro e scontro, manifestazione di un attimo interiore e voglia di esplosione di racconto, tutto in una modalità percettiva che cerca una possibile liberazione dagli schemi preordinati e dalla staticità del giorno. Ribellino propone il suo “intimo-sentire” in un astrattismo nuovo, denso di “pulizia” di emozioni sincere, una geometria che forse vorrebbe infrangere (un lato del quadrato troppo preciso, uno squarcio dell’angolo troppo retto, la rottura della continuità del cerchio) ma che invece riporta necessariamente al suo essere artista, alla persona persona leale che è, al suo modo di fare arte, ma soprattutto di percepire l’arte, la stessa arte che lui non può tradire, proprio come un vero e forte affetto.
Ci si trova spesso, davanti a qualsiasi opera in generale alla seguente riflessione: ma forse l’arte espressa è messaggio di ciò che si è, di ciò che vorremmo essere, oppure è esattamente l’opposto, cioè di ciò che Non vorremmo essere stati e che Non vorremmo essere?
Forse nelle opere di Ribellino troviamo la risposta...,forse Ribellino vuole trasmettere la rottura di uno schema di vita preordinata e statica, rompere lo status di una collettività troppo schematica e succube di ingiustizie?
Difficile decifrare l’animo dell’artista, ma è facile intuire la sua voglia di “fare” arte ed allora lo vediamo sperimentare altre strade pittoriche; figurative e concettuali e la continua ricerca è sinonimo dell’essere artista….e Ribellino può ritenersi tale per saper assaporare il suo quotidiano di colori …andando oltre il semplice vedere.
Carla Colombo
18 febbraio 2009
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